La dieta biologica mediterranea aumenta i batteri "buoni" del nostro microbiota

I risultati della ricerca

Grazie alla dieta biomediterranea, secondo quanto rilevato dallo studio studio scientifico IMOD (Italian Mediterranean Organic Diet) dell’Università Tor Vergata, negli organismi dei volontari le famiglie di batteri antiossidanti – i batteri buoni per la nostra salute – sono aumentate anche del 25% nelle analisi dopo la dieta rispetto allo stato iniziale. Allo stesso tempo, le associazioni di batteri pro-ossidanti si sono ridotte fino al 50% sul campione. Quindi, chi segue una dieta mediterranea biologica corre minori rischi di contrarre malattie cardiovascolari, diabete e tumori, grazie a un complessivo effetto immunomodulante e detossificante.

Il parere dell'esperta

“Registriamo un beneficio e quindi un sistema batterico che sta lavorando come immuno-modulante spegnendo l’infiammazione. Questi processi infiammatori sistemici di basso grado per lungo tempo portano allo sviluppo di malattie croniche degenerative che vanno dall’obesità, al diabete, alla malattia cardiovascolare, fino a poter ridurre nel tempo e per tanto tempo questo grado basso di infiammazione costante fa sì che si riducano i rischi di sviluppare la malattia“.

Negli alimenti della dieta

Ma non finisce qui, sul fronte della salute. Nella importantissima raccolta di dati sono emersi risultati altamente positivi nella qualità dei grassi assunti nella dieta biologica mediterranea, con un calo consistente del rischio cardiocircolatorio. A esprimere questi valori sono il cosiddetto indice di aterogenicità che si è quasi dimezzato (da 0,29 a 0,16) e quello di trombogenicità, più che dimezzato (da 0,42 a 0,20), riducendo così il rischio di malattie cardiovascolari. Anche la capacità antiossidante del corpo, fondamentale per contrastare l’invecchiamento cellulare, è quasi quadruplicata, passando da 5.870 a 20.573 unità ORAC, l’unità di misura della capacità di assorbimento dei radicali liberi

I benefici ambientali

I benefici non si fermano qui. Mangiare bio è, come è noto, una scelta sostenibile, e lo studio di Tor Vergata lo ha pienamente confermato. Nal solo mese della dieta, l’impronta idrica è scesa da 64.475 litri a 44.705 litri per persona, con un risparmio di circa 20.000 litri. Per fare un paragone, si tratta dell’acqua necessaria per fare più di 250 docce. Anche l’impronta carbonica si è ridotta, passando da 40,25 a 38,13 kg di CO₂ equivalenti: la stessa quantità di emissioni prodotta dal funzionamento medio mensile di un forno elettrico.         

I risultati dei nostri volontari

Gli specifici dati sanitari pre e post dieta di Dario e Tatiana rispecchiano la tendenza generale: i batteri ‘buoni’ (tra i Firmicutes), nel loro microbiota intestinale, sono aumentati, mentre batteri (tra i Bacteroitedes) che favoriscono lo stato infiammatorio sono diminuiti tra il 5 e il 50%. E inoltre (risultato non atteso) hanno perso tutti e due circa un chilo di peso durante la dieta mediterranea in bio.

I risultati nel dettaglio

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